Rovente inchiostro sulle pagine bianche dei rotocalchi. Squassante la notizia data da urlanti mezzibusti trafelati con la bava alla bocca, simili a molossi rabbiosi. Turbinio di politici nevrotici, mesti ciabattini risuolanti la scarpa ormai logora chiamata democrazia, insultanti ora l’avversa parte ora il fatal destino della sventurata. Cavalcano la morte altrui come fossero su un destriero in campo di battaglia. Commosso fino al pianto l’italico popolo, forse il mondo intero, ed io rimango silente, senza unirmi al lamento, muto e senza sentimento alcuno, né dolore, né compassione, né pietà: NULLA. Non riesco a dissetarmi con le gocce di falsità spante a piene mani giorno dopo giorno dal gran circo Eluanesco, dai moderni Goebbels di un informazione pecorile. Ella non era figlia mia, né mia congiunta vicina o lontana, né parte alcuna del mio sangue, né amica e né nemica, era sconosciuta, un essere umano sugli allori suo malgrado, a cui ora tutti si senton vicini, tutti,meno me. Non posso e non voglio. Dovrei addolorarmi per tutte le morti? Non posso e non voglio. Dovrei piangere le mie lacrime per un’ anonima ragazza resa famosa da biechi opportunisti? Non posso e non voglio. Però, piango Eluana perché non ha potuto conoscere il silenzio che avrebbe dovuto avvolger lei ed i suoi cari , piango Eluana perché non ha potuto vedere lo squallore che gli si è posato attorno, piango Eluana perché la morte ha impiegato troppo a trarla con sé piango Eluana… e compiango gli altri.
1 commento:
Buongiorno,
scritta di getto il 9/2/09:
NON CONOSCEVO ELUANA
Rovente inchiostro
sulle pagine bianche dei rotocalchi.
Squassante la notizia data
da urlanti mezzibusti trafelati
con la bava alla bocca,
simili a molossi rabbiosi.
Turbinio di politici nevrotici,
mesti ciabattini risuolanti
la scarpa ormai logora
chiamata democrazia,
insultanti ora l’avversa parte
ora il fatal destino della sventurata.
Cavalcano la morte altrui
come fossero su un destriero
in campo di battaglia.
Commosso fino al pianto
l’italico popolo,
forse il mondo intero,
ed io rimango silente,
senza unirmi al lamento,
muto e senza sentimento alcuno,
né dolore,
né compassione,
né pietà:
NULLA.
Non riesco a dissetarmi
con le gocce di falsità
spante a piene mani
giorno dopo giorno
dal gran circo Eluanesco,
dai moderni Goebbels
di un informazione pecorile.
Ella non era figlia mia,
né mia congiunta
vicina o lontana,
né parte alcuna del mio sangue,
né amica e né nemica,
era sconosciuta,
un essere umano
sugli allori suo malgrado,
a cui ora tutti si senton vicini,
tutti,meno me.
Non posso e non voglio.
Dovrei addolorarmi per tutte le morti?
Non posso e non voglio.
Dovrei piangere le mie lacrime
per un’ anonima ragazza
resa famosa da biechi opportunisti?
Non posso e non voglio.
Però,
piango Eluana
perché non ha potuto conoscere il silenzio
che avrebbe dovuto avvolger lei ed i suoi cari ,
piango Eluana
perché non ha potuto vedere
lo squallore
che gli si è posato attorno,
piango Eluana
perché la morte ha impiegato troppo
a trarla con sé
piango Eluana…
e compiango gli altri.
Grazie per lo spazio concessomi.
Henry Miller
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